Giovanni Verga

Le opere

L'autore

Giovanni Verga

Autore di novelle e romanzi, lo scrittore siciliano ritrae il mondo degli umili e dei senza speranza ponendo il lettore faccia a faccia con i fatti "veri".

Giovanni Verga nasce a Catania, il 2 Settembre 1840, da Giovanni Battista e Caterina di Mauro. Il padre è un proprietario terriero di Vizzini, con ascendenze nobiliari e il diritto al titolo di cavaliere, la madre appartiene ad una famiglia della borghesia catanese. Se l'ambiente familiare è colto e sensibile, oltre che agiato, quello cittadino è estremamente provinciale.

Già in giovane età evidenzia un particolare interesse per la letteratura. Educato in un ambiente di idee liberali, a soli quindici anni scrive Amore e patria, il suo primo romanzo; ben presto si dedica interamente all’attività di scrittore e giornalista abbandonando gli studi universitari di Legge.

All’arrivo dei Mille (1860) Verga si arruola nella Guardia Nazionale Garibaldina, partecipando anche ad alcune azioni militari. Due anni dopo pubblica il romanzo storico I carbonari della montagna. Già in quest'opera è visibile l'ardore patriottico dell'autore, e il suo impegno politico per l'annessione della Sicilia al Regno d'Italia; questi si fanno più evidenti con il secondo romanzo, Sulle lagune (1863) e con la fondazione del giornale Roma degli Italiani.

Dal 1869 soggiorna a Firenze, frequentando gli ambienti letterari, e conosce gli scrittori Luigi Capuana e Federico De Roberto che, con lo stesso Verga, saranno i principali esponenti di un nuovo movimento letterario, il Verismo. Nel 1871 pubblica Storia di una capinera, il suo primo romanzo di successo.

L’anno seguente si trasferisce a Milano, dove partecipa all’intensa vita intellettuale del capoluogo lombardo. Legge e apprezza opere di autori di quel periodo, come Balzac (1799-1850), Flaubert (1821-1880) e Zola (1840-1902), rappresentanti delle correnti letterarie del Realismo e Naturalismo francese. La lunga novella Nedda, scritta nel 1874, che racconta la storia senza speranza di una povera raccoglitrice di olive siciliana, segna l’avvicinamento di Verga ai temi che affrontano la ricerca del "vero".

In una lettera del 1878 espone il suo progetto di un ciclo di romanzi, il cui comune denominatore sarebbe dovuto essere la teoria evoluzionistica darwiniana e il cui modello i romanzi di Zola, dal titolo I vinti. Nel 1880 esce la raccolta di novelle Vita dei campi; l'anno successivo il primo romanzo del Ciclo dei Vinti e il suo capolavoro, I Malavoglia; nel 1882 il romanzo Il marito di Elena; nel 1883 le raccolte di novelle Per le vie e Novelle rusticane . Nel 1884 ha la soddisfazione di veder rappresentata in teatro una sua novella contenuta in Vita dei campi, la Cavalleria rusticana, che Pietro Mascagni tramuterà in opera lirica nel 1890. Nel 1888 esce il secondo romanzo del Ciclo dei Vinti, Mastro don Gesualdo.

Raggiunta l'agiatezza economica e la tranquillità sentimentale, dopo alcune relazioni anche adulterine, nel 1894 si ritira a Catania e pubblica ancora una raccolta di novelle, Don Candeloro; nel 1903 esce il dramma Dal tuo al mio; nel 1911 inizia il terzo romanzo del Ciclo, La duchessa di Leyra, che però rimane fermo al primo capitolo. Amareggiato dal sostanziale insuccesso del suo lavoro abbandona il progettato Ciclo dei Vinti, che avrebbe dovuto prevedere anche altri due romanzi ambientati a un livello sociale progressivamente superiore (L'onorevole Scipioni e L'uomo di lusso).

Nominato senatore nel 1920, muore nel 1922.